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Il tema della didattica e, in particolare, della didattica per competenze sta diventando uno dei nodi cruciali della ricerca educativa e delle politiche scolastiche europee e mondiali contemporanee. In questo lavoro l'autore, sviluppando un lungo percorso di ricerca epistemologica nell'ambito pedagogico-didattico, ispirato soprattutto dalla teoria pedagogico-didattica di John Dewey, analizza il rapporto tra i processi didattici e la progettazione di un possibile nuovo modello di scuola democratica. L'idea è quella di esplorare una didattica sistemica che si ibridi con le dimensioni della governance scolastica e con alcune questioni centrali della didattica per competenze. Il risultato è una riflessione complessiva sull'organico rapporto tra i processi didattici fondati sul paradigma delle scienze dell'educazione e un modello di scuola di qualità di tutti e di ciascuno fondato sul rapporto tra le possibilità di sviluppo di un progetto di vita di ogni studente per scoprire e definire il suo talento e l'affermazione del merito, inteso come riconoscimento valutativo delle differenze uniche e irripetibili degli studenti all'interno della classe. Un tale possibile modello di scuola, da considerare un nuovo "laboratorio" per la democrazia e l'equità sociale all'interno della società globale contemporanea, non può che confrontarsi con una nuova figura di insegnante, autoriflessivo e progettista della formazione unica e irripetibile di ogni studente, e del dirigente scolastico, inteso come leader educativo responsabile soprattutto della dimensione didattico-culturale dell'organizzazione scolastica. Una scuola, forse un'utopia, che sia espressione di un chiaro diritto al successo formativo, e, quindi, di una possibile democrazia come "forma di vita" e "diritto alla felicità" di ogni cittadino.